Vespaio Aerato

Una delle norme minime e più conosciute relative all'agibilità delle costruzioni è strettamente correlata al contatto col terreno del primo solaio di una costruzione, perché, in determinate condizioni e luoghi dal basso possono esserci risalite di acque di falda, o problemi di umidità trasmessi dal contatto dal solaio col terreno sottostante, o anche problemi di infiltrazioni in caso di ingenti piogge o alluvioni.

Diverse sono le tecniche adoperate in passato per la realizzazione di tali intercapedini, dette vespai, dal riempimento con ciottoli o pietrame calcareo con funzione drenante alla formazione di camere d'aria con solai in tavelloni poggianti su muretti in mattoni.Oggi la tecnica usata prevede l'utilizzo di casseri a perdere in materiali plastici, detti comunemente igloo o granchi.

Negli ultimi anni, infatti, la tecnologia costruttiva del vespaio aerato è andata sempre più in voga grazie all'ingresso sul mercato di una categoria di prodotti specifici di rapida posa in opera: delle casseforme composte da elementi modulari a perdere in materiale plastico, di facile installazione ed autobloccanti che permettono di realizzare in maniera semplice e rapida il vespaio con la sua camera d'aria, risparmiando parecchio tempo e mano d'opera rispetto ai vecchi metodi più macchinosi.

Un vespaio aerato costituito da cupole in plastica rigenerata (Polipropilene) di dimensioni di cm 58x58 e di varie altezze, che collegate tra loro formano una struttura autoportante, in grado di ricevere il getto in calcestruzzo o in altro materiale per formare una soletta di spessore variabile in funzione dei sovraccarichi, poggiante sui pilastrini posti ad un interasse di cm 56 e con un intercapedine sottostante libera.

La forma a cupola degli elementi è stata appositamente studiata dal punto di vista statico per far sì che la struttura sia minimamente sollecitata a flessione e lavori quasi esclusivamente a compressione, in modo da poter sopportare anche elevati sovraccarichi.